Gli effetti del Riordino sulla Pensione: Calcola la tua Personale Proiezione
Nel quadro previdenziale attuale, l’intervento sui parametri, prodotto dal provvedimento del riordino delle carriere, oltre a dispiegare i suoi effetti economici nell’immediato, e soprattutto sui prossimi contratti, costituisce un importantissimo beneficio anche e soprattutto sotto il profilo pensionistico.
Il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo nel calcolo della pensione introdotto con la Legge Dini e successivi interventi, inizia a dispiegare i suoi effetti che abbiamo potuto riscontrare soprattutto tra i colleghi che di recente sono stati posti in quiescenza per riforma o a domanda.
I prossimi colleghi che raggiungeranno i limiti di età ed andranno in pensione, troveranno una decurtazione significativa anche se parte del loro servizio, sino al 1996, gli verrà calcolata con il vecchio sistema.
L’incremento dei parametri incide positivamente sull’aumento della quota pensione e sulla quota del Trattamento di Fine Servizio (buonuscita). Certamente per conseguire un significativo incremento, si dovrà effettuare la scelta di raggiungere il 60° anno di età.
Per quanto riguarda poi i colleghi entrati in servizio poco prima o dopo il 1996, il riordino potrà consentire possibilità di progressione delle carriere spingendo i colleghi più giovani a crescere nelle qualifiche e nei ruoli con concorsi interni che permetteranno di raggiungere parametri più alti corrispondenti a ruoli e qualifiche maggiori, consentendo in tal modo di ridurre, il gap pensionistico.
L’aumento dei parametri è un elemento fondamentale per iniziare ad risolvere i problemi pensionistici del 50% del personale.
Il 10% ha ancora il vantaggio del sistema retributivo. Per il restante 40%, i colleghi più giovani, le possibilità di progressione di carriere ed il raggiungimento di parametri più alti è comunque una possibilità importante per migliorare la loro situazione previdenziale.
Riteniamo fondamentale comunque rimettere al centro del dibattito il tema delle pensioni dei poliziotti: Sono necessari interventi seri con una rimodulazione del calcolo della pensione intervenendo sui coefficienti, sui montanti, per garantire una pensione ancor più dignitosa a chi fa ogni giorno sacrifici indicibili per garantire la sicurezza del Paese.
La tabella illustra i benefici pensionistici e sulla buonuscita in relazione all’anno di arruolamento.
Basta incrociare la qualifica rivestita (con relativo aumento del parametro) con l’anno di arruolamento.
Si ottiene il coefficiente che deve essere moltiplicato per il numero di anni che restano per raggiungere il primo step pensionistico o il limite anagrafico di 60 anni.
Si ottiene così l’aumento annuo della pensione prodotta dai benefici del riordino. La cifra si intende al Lordo dell’aliquota irpef.
Sull’ultima colonna si trova il corrispondente aumento del TFS.
Esempio:
Collega Assistente Capo Coordinatore (agli effetti del riordino): aumento parametro 8, anno arruolamento 1986 = cifra annua 612 moltiplicata per gli anni che gli restano per andare in pensione (ipotizziamo 9) = 5508 euro. Questa cifra rappresenta l’incremento annuo lordo nella pensione. Al netto, sottraendo l’aliquota del 38% = 3.415 euro netti di incremento annuo della pensione. Incremento TFS (buonuscita) nel caso di specie (ultima colonna) 6400 euro.
Gli incrementi pensionistici sono volutamente indicativi e possono subire nell’eventuale calcolo al centesimo una leggerissima variazione.