“Razionalizzazione” presidi Polfer e Polstrada
Impossibile dare parere positivo su un solo ‘step’, per condivisione necessario quadro complessivo
Questa mattina si è tenuto presso il Dipartimento della pubblica sicurezza un incontro per valutare l’ipotesi, presentata dal Ministero, di chiudere o di accorpare alcuni presidi della Polizia Stradale e della Polizia Ferroviaria. La delegazione di parte pubblica era guidata dal Prefetto Sgalla, Direttore centrale per le specialità, dal Prefetto Dispenza, Direttore centrale per gli affari generali e dal Vice Prefetto Ricciardi, Direttore dell’Ufficio per le relazioni sindacali.
In apertura l’Amministrazione ha spiegato che gli interventi sottoposti stamattina alla nostra attenzione, se attuati, costituirebbero solo un primo step di un progetto complessivo più ampio che non si limiterebbe a chiudere presidi e che non è generato dalla mera necessità di revisione della spesa, cioè tagliare i costi, ma prevederebbe anche l’apertura di nuovi uffici e sarebbe viceversa determinato dalla necessità di organizzare meglio sul territorio la presenza delle specialità in argomento.
Le sottoscritte organizzazioni sindacali, ritenendo la chiusura dei presidi di polizia un elemento di fondamentale importanza per il personale, hanno innanzitutto richiamato le intese raggiunte a suo tempo con il Vertice dell’Amministrazione, secondo cui, essendo l’obiettivo di riorganizzare i presidi contenuto nella Riforma Madia per tutte le Forze di polizia, si era convenuto che il confronto dovesse appunto riguardare un disegno organico che interessasse l’intero Comparto e si tenesse quindi con il Vice Capo della Polizia titolare dell’Ufficio per il coordinamento delle Forze di polizia.
In merito è stata sottolineata la necessità di conoscere, prima di tutto, quale è la mission rispetto alla quale si vuol procedere alla riorganizzazione. Infatti, se la mission perseguita è quella di operare esclusivamente in ambito autostradale, come sembra emergere dall’ipotesi presentata, è pregiudiziale per il Sindacato entrare nel merito di come strutturare il modello organizzativo e il cambio di questo personale in ambito autostradale, considerato che tale impiego è molto gravoso e particolarmente esposto al rischio dell’incolumità del personale.
Parimenti va valutato l’impatto che ciò produrrebbe sull’operatività delle Volanti in tutte le province che, nelle ore notturne, registrano l’assenza della Polizia locale. Ecco perché è stato richiesto di conoscere per interno l’intervento di razionalizzazione.
La conoscenza dell’intero progetto che l’Amministrazione, per ciò che la riguarda, che è sto elaborato da ormai dieci anni e di come questo si incastrerebbe con le altre Forze di polizia presenti sul territorio, è infatti una condizione imprescindibile per poter esprimere valutazioni complessive, perché fuori da tale contesto non è possibile apportare quel contributo propositivo che le Istituzioni ed i cittadini si aspettano dalle organizzazioni sindacali del personale della Polizia di Stato, che non si sono mai sottratte al confronto costruttivo quando la controparte ne ha creato le condizioni.
In particolare non è condivisibile la filosofia che muove il progetto prospettato parzialmente dall’Amministrazione basata, in estrema sintesi, solo sul presupposto che ci sarebbero pochi operatori presenti. Oltre ad essere smentita nei fatti, dal momento che il personale operante nelle specialità è da anni pressoché uguale, tale situazione di portata generale, infatti, è stata la logica e prevedibile conseguenza di scelte sbagliate e operate dal Dipartimento nel corso degli ultimi dieci anni: assenza di concorsi per ispettori e per sovrintendenti che avrebbero consentito uno svuotamento del ruolo agenti/assistenti che sarebbe stato, dunque, ripianato con concorsi pubblici che avrebbero immesso energia giovane nel circuito della Polizia di Stato.
Scelte o miopie, ovvero incapacità progettuali autonome dell’Amministrazione che non sono mai state condivise con il mondo sindacale a cui, oggi, non si può certo chiedere di ratificarle.
Per quelle poche e del tutto particolari situazioni oggettivamente non più funzionali alla mission della Polizia di Stato, e solo per quelle la riunione è stata pertanto aggiornata ad un nuovo incontro, previsto a breve, dove ci aspettiamo di conoscere la filosofia e tutti i passaggi di cui è composto l’intero progetto, insieme all’indicazione analitica dei motivi specifici per i quali l’Amministrazione intenderebbe chiudere o accorpare ciascuno dei presidi compresi sia nel primo step che in quelli successivi: solo così potremo intavolare un confronto costruttivo che possa condurre all’elaborazione di una progettualità condivisa.