Proposta Ministro Pinotti impiego militari sui treni regionali: basta spettacolarizzazioni sui temi di sicurezza
Dichiarazione del Segretario Generale UIL Polizia Oronzo Cosi
I temi della sicurezza debbono tornare ad essere affrontati in maniera seria e con equilibrio e competenza, non possono essere una bandiera da sventolare con finalità politiche o ideologiche.
Il modello di sicurezza civile e democratico che il nostro Paese ha scelto ha consentito di fronteggiare ogni tipo di minacce anche in momenti difficilissimi per la Repubblica, proprio perché non si è ceduto a spinte securitarie e leggi speciali, valorizzando l’operato delle forze dell’ordine ed assicurando ad esse concreta vicinanza.
La militarizzazione del territorio va nella direzione diametralmente contraria e non risolve i problemi attuali e secondo noi induce ulteriori preoccupazioni suscitando nei cittadini il pensiero di una minaccia incombente che sconsiglia luoghi affollati e non certo una rassicurazione. Se si è pensato all’ impiego dei militari per implementare la percezione di sicurezza dei cittadini, crediamo sia un errore macroscopico. Ci si può sentire sicuri prendendo e vedendo soldati in mimetica armati di fucili mitragliatori?
Sul piano operativo, secondo la logica che evidentemente ha ispirato le Dichiarazioni del Ministro Pinotti di ieri, i militari, vengono oggi impiegati sempre più spesso, a differenza di quanto avveniva in passato, in una sorta di vigilanze statiche non a singoli obiettivi sensibili, ma in luoghi ad altissima affluenza di persone quali stazioni metro, luoghi di culto e simili. Essi sono equipaggiati con armi automatiche d’assalto e non è chiaro con quali regole di ingaggio ed in quali situazioni debbano intervenire.
Li si vede in unità operative formate esclusivamente da uomini e mezzi dell’esercito contrariamente a quanto dispone l’art. 7 bis L. 125/2008 che dispone il solo impiego dei militari “per servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, nonche’ di perlustrazione e pattuglia in concorso e congiuntamente alle Forze di polizia”. Essi peraltro, per questi loro incarichi, percepiscono attualmente indennità accessorie di gran lunga superiori a quelle dei poliziotti, quasi tre volte superiori.
Le attività di Polizia Giudiziaria e di Pubblica sicurezza hanno come presupposto la qualificazione giuridica e le competenze che i militari, pur dotati di elevata professionalità nei loro compiti, non hanno. Anche la sola identificazione di persone o le perquisizioni personali richiedono competenze specifiche ed è impensabile che i militari possano effettuarle autonomamente.
Peraltro l’impiego dei militari con funzioni di polizia non si vedeva in un paese occidentale dai tempi dell’Argentina di Videla. Il paragone può sembrare iperbolico ma per noi la legge 121/81 è un baluardo di democrazia e di civiltà che non può essere messo in discussione neppure in un momento di particolare allerta come quello che stiamo vivendo:
L’ordine e la sicurezza pubblica debbono essere e restare prerogativa delle forze di polizia senza alcun tipo di deroghe o eccezioni che il nostro Paese ha fermamente respinto anche negli anni più difficili per la nostra democrazia.
Roma 22 Luglio 2017
IL SEGRETARIO GENERALE
Oronzo Cosi