“Non capisce, ma non capisce con grande autorevolezza e competenza…”

 Leo Longanesi

 

Nell’ormai celebre Video immediatamente viralizzato in rete con il titolo “Tutti scienziati”, il Capo della Polizia poneva con rara efficacia espositiva l’esigenza di dotare l’Amministrazione di un sistema di valutazione oggettivo e ponderato del valore della sua classe dirigente.

Al di la delle forme valutative massificate e burocratiche oggi esistenti, il Capo indicava elementi valutativi indispensabili, per tracciare la statura ed il valore di un dirigente, ponendo tra i primi proprio la capacità di dar vita a costruttive relazioni con le Organizzazioni Sindacali.

Quanto sia lunga ed impervia la strada per far interiorizzare ad alcuni Dirigenti della nostra Amministrazione l’importanza concreta e l’opportunità, oltre che l’obbligo giuridico, ad avere delle corrette relazioni sindacali, ce lo dimostra una recente vicenda di cui ci stiamo occupando in queste ore.

Tizio, Segretario Provinciale Aggiunto della nostra organizzazione, decide di rendere noto al suo Questore, una serie di comportamenti anomali e di violazioni descrivendo in maniera dettagliata la gestione di un Commissariato disfunzionale e penalizzante per i colleghi.

Lo fa attraverso un appunto indirizzato al Questore, preventivamente condiviso dalla struttura provinciale e regionale, nel quale evidenzia le criticità riscontrate, il suo ruolo sindacale e le finalità del suo intervento.

Con un deciso colpo di spugna alle libertà sindacali, al diritto di critica, alla libertà di pensiero il Questore formalizza immediatamente nei confronti del collega un procedimento disciplinare in cui gli viene addirittura contestata la sospensione dal servizio (art. 6 Comma 3 D.P.R. 737/81) per aver usato nello scritto “perifrasi trascendenti i limiti consentiti” e per non aver seguito la “via gerarchica” nell’essersi rivolto direttamente al Questore.

Con grande “autorevolezza e competenza”, direbbe Longanesi, il Questore, ha raggiunto il risultato di dare prova di disconoscere o di non aver compreso appieno le disposizioni della Costituzione Italiana, della Legge 121/81, del D.P.R. 164/2003, del D.P.R. 737/81, del regolamento di servizio e di una tonnellata di dottrina e giurisprudenza in materia di libertà sindacali. La medesima “Scienza” del Questore evidentemente viene trasfusa anche nei suoi collaboratori tanto che il Consiglio Provinciale recependo l’impostazione delle contestazioni, propone di infliggere un mese di sospensione dal servizio a Tizio.

Siamo intervenuti immediatamente presso il Dipartimento per segnalare questa assurda vicenda e per rimettere a posto le lancette di un orologio che erano state spostate indietro di oltre trent’anni. Nel farlo non potevamo non riflettere ancora una volta sulle parole del Capo della Polizia e su cosa può succedere quanto uno “Scienziato” come l’incauto Questore protagonista, della nostra vicenda ed i suoi fidi collaboratori, si mettono al lavoro dando il “meglio” di sé stessi.

In attesa e nell’auspicio che il procedimento tutt’ora in trattazione, si concluda al più presto con un opportuno provvedimento di archiviazione e che il nostro Questore della Repubblica comprenda la differenza tra una interlocuzione di natura sindacale ed un atto di lesa maestà, continuiamo a promuovere, in perfetta assonanza con il Capo della Polizia, la consapevolezza, nella attuale classe dirigente, della ricchezza e del valore di costruire proficue relazioni sindacali.

Il valore, l’impegno ed il coraggio di chi interpreta i bisogni dei colleghi per migliorare le loro condizioni di lavoro, per difendere i loro diritti e per costruire una Polizia migliore meritano rispetto e riconoscenza e non provvedimenti disciplinari.

Gli scienziati, i burocrati ed i veteromilitaristi invece… meritano THOR!

 

 

UIL Polizia Magazine nr.3: editoriale-12-dicembre-2017-1

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