CIAO SASÁ
Ricordiamo Rosario Sanarico, «Un poliziotto speciale ed un uomo dal cuore grande»
“È morto un operatore di grandissima bravura e di grandissima esperienza” ha esclamato il Capo della Polizia, commentando l’incidente che ci ha portato via Rosario Sanarico, che ha dato la vita nelle ricerche del corpo di Isabella Noventa.
Con il collega rimasto incastrato a Padova nelle chiuse del fiume Brenta il prefetto Alessandro Pansa ha detto anche di aver condiviso la sua passione di subacqueo “facendo molte immersioni con l’ispettore che io chiamo ancora ‘Sasà’, perché questo era il nome che tutti quanti i suoi colleghi e i suoi amici usavano per lui. Era un uomo molto generoso, molto bravo e (…) ha dato la sua vita per il suo lavoro, per la sua divisa, per la sua attività nella quale credeva profondamente”.
“Noi – ha concluso Pansa – siamo vicinissimi alla famiglia. Oggi al termine della cerimonia mi recherò a Padova proprio per incontrare i familiari e portare il mio contributo, il mio rispetto e il mio saluto alla salma”.
Sasà, che era appena stato promosso ispettore superiore, era nato a Napoli il 10 ottobre 1963 e, dopo essere entrato in Polizia non ancora ventenne, nel 1984 era stato assegnato al Centro nautico e sommozzatori della Polizia di Stato di La Spezia, dove frequentò il corso per operatore subacqueo come primo passo di una lunga serie di abilitazioni professionali conseguite in questo particolare settore operativo che lo hanno portato ad assumere incarichi di crescente importanza nell´ambito del nucleo sommozzatori del CNeS di La Spezia.
“Un poliziotto speciale ed un uomo dal cuore grande”: così scrive di lui Ugo Terracciano, per lunghi anni dirigente del CNeS, per poi aggiungere: “Era un professionista indiscusso della subacquea, appassionato del suo lavoro ed è morto da eroe nell’adempimento del dovere. Aveva al suo attivo centinaia e centinaia di missioni, era conosciutissimo in Italia e all’estero. Mancherà ai suoi colleghi per il suo carattere positivo, la sua generosità, l’allegria che sapeva infondere, il suo grande cuore. Un uomo di profonda fede ora sarà per sempre al fianco di San Michele Arcangelo, protettore della Polizia”.
Aveva partecipato, tra le mille altre cose , anche i soccorsi in occasione del naufragio della Costa Concordia ed il suo curriculum professionale vanta anche numerosi riconoscimenti, tra cui l’Attestato di pubblica benemerenza come testimonianza per l’opera e l’impegno prestato in interventi di protezione civile, divenendo punto di riferimento per tutti i subacquei della Polizia Stato.
Lascia la moglie Antonella ed i figli Alessio ed Annavera.