Obbligo vaccinale per la Polizia di Stato – Incontro con il Prefetto Lamberto Giannini – Presto una circolare esplicativa
Si è svolto al Dipartimento l’incontro chiesto da questa Organizzazione sindacale, alla presenza del Capo della Polizia Prefetto Lamberto Giannini, del Vice Capo della Polizia Prefetto Vittorio Rizzi, del Capo della Segreteria del Dipartimento Prefetto Sergio Bracco, del Direttore Centrale Dagep Prefetto Giuseppe Scandone e del Direttore Centrale di Sanità Dott. Fabrizio Ciprani, in relazione al decreto legge 26 novembre 2021, n. 172, recante “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali”, che come è noto ha esteso l’adozione dell’obbligo vaccinale anche al personale del Comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, quale categoria di soggetti che prestano la propria attività lavorativa in settori particolarmente esposti.
Misure che vanno a incidere, oltre che sull’organizzazione dei servizi, anche nel rapporto di lavoro, rispetto al quale risulta quanto mai indispensabile definire le procedure applicative delle relative disposizioni, anche con riferimento ai controlli, ai canali informativi da attivare e alla tutela dei diritti soggettivi di tutti i colleghi. Fermo restando infatti l’utilità del vaccino, quale strumento di lotta al Covid-19 e alle sue varianti, unitamente alle misure di prevenzione diramate dalla Direzione Centrale di Sanità, vi è l’esigenza di direttive chiare e univoche su tutto il territorio nazionale, volte a scongiurare eventuali iniziative prevaricatrici nei confronti di tutto il personale.
Per questo abbiamo chiesto e ottenuto questo incontro con il Capo della Polizia al quale hanno partecipato tutti i Sindacati di Polizia maggiormente rappresentativi. Le domande che abbiamo posto al Prefetto Giannini sono state chiare:
- chi non si vaccina otterrà l’assegno alimentare o rimarrà a zero euro?
- per il personale in malattia vale l’obbligo vaccinale?
- cosa accade al personale in ferie che è senza vaccino?
- aspetti disciplinari: cosa succede a chi è sospeso dal servizio per mancanza del Green pass?
Il Capo della Polizia ci ha detto che siamo in presenza di una norma dello Stato conosciuta e che si sta verificando la possibilità di verificare la presenza del Green pass al lavoro con controlli che non creino disagi agli operatori e non mettano a rischio l’efficienza e la funzionalità degli uffici. La comunicazione del possesso della certificazione vaccinale potrebbe avvenire anche telematicamente. Ad ogni buon conto uscirà nei prossimi giorni una circolare esplicativa su tutti i complessi aspetti della vicenda.
Altrettanto certo, come da nostra richiesta, è il fatto che la sospensione dal servizio che interverrà a causa del mancato possesso del Green pass non prevederà sanzione disciplinare.
È stato detto che si perderà il diritto alla fruizione dell’assegno alimentare in caso di sospensione dal servizio per mancato possesso del Green pass. L’obbligo vaccinale probabilmente varrà anche per il personale in congedo ordinario e in congedo straordinario per malattia.
Si sta ragionando inoltre su alcune cause di esclusione dalla sospensione che potrebbero essere il congedo per paternità o maternità, l’aspettativa per motivi di famiglia, i servizi all’estero, il congedo straordinario per formazione e quello straordinario per borse di studio. Ma, ripetiamo, occorrerà attendere la circolare che conterrà anche gli aspetti che prevedono l’esonero dalla sospensione.
È stato poi ricordato che è in atto un confronto con le altre componenti del Comparto sicurezza e difesa per una applicazione delle norme in questione che sia quanto più possibile uniforme.
Proprio sulla questione disciplinare abbiamo posto con forza l’accento, ribadendo che l’art. 2 del decreto-legge sopra richiamato sancisce che l’eventuale sospensione dal diritto di svolgere l’attività lavorativa – per un periodo limitato ovvero non oltre il termine di sei mesi a decorrere dal 15 dicembre 2021 – non comporta conseguenze disciplinari con il mantenimento del rapporto di lavoro. Si tratta di una disposizione di garanzia per i lavoratori in divisa, la cui portata va preservata nella sua applicazione in ciascuno Ufficio di Polizia. Sulla base di tale indirizzo normativo va chiarito che la sospensione dal servizio di un dipendente non dovrà comportare riflessi negativi sul rapporto informativo. Per il personale assente per ragioni legittime, va chiarito che la sua condizione va valutata, rispetto alle nuove prescrizioni sulla vaccinazione, all’atto della presentazione in servizio.
Inoltre, l’esonero dalla somministrazione del vaccino anti Covid, per ragioni sanitarie, non deve comportare la sottoposizione dell’interessato a visita medico-legale presso la CMO, prospettando una compromissione del rapporto di lavoro, condizione per la quale si corre il rischio di indurre il collega a scelte che potrebbero nuocere alla propria salute.
Infine va dipanato l’aspetto controverso, che alimenta continue discussioni, su chi ricade la responsabilità di eventuali effetti collaterali nella somministrazione del vaccino, attesa la sua obbligatorietà, e la loro assimilabilità a causa di servizio. Per l’Amministrazione si applica la Legge 110 del 1992 per quel che riguarda eventuali effetti avversi. Temi questi molto sentiti dalla categoria e che meritano risposte. Risposte che in parte sono state date nel corso di questa riunione e che ci aspettiamo possano essere ulteriormente chiarite nella circolare esplicativa di prossima emanazione. Quel che è certo è che occorreranno ulteriori approfondimenti vista la molteplicità e la complessità delle situazioni, i molti aspetti applicativi e la vasta casistica che si prospetta, tanto che abbiamo chiesto all’Amministrazione di istituire un servizio informativo dedicato.
Il comunicato: