“Sentenza della Corte Costituzionale n°224/2020 del 7 ottobre 2020 in merito alla retrodatazione della decorrenza giuridica per i promossi per merito straordinario alla qualifica di Vice sovrintendente della Polizia di Stato”. – ECCESSIVO RITARDO APPLICATIVO –
Signor Capo della Polizia,
come spesso succede, il risultato sindacale ottenuto con forza e determinazione da questa organizzazione rischia di avere molte “madri” a causa del ritardo nell’applicazione. Siamo consapevoli che quando si raggiunge un buon risultato, in punta di diritto per gli operatori di polizia, tutti gli altri tentano di avvantaggiarsene per meri fini di proselitismo, anche se sanno che l’obiettivo è stato raggiunto grazie a lavoro meticoloso fatto da altri.
È il caso dei promossi per merito straordinario alla qualifica di Vice sovrintendente a seguito di particolari operazioni di servizio, dove i colleghi hanno rischiato la vita per assicurare alla giustizia pericolosissimi criminali e, in altri casi, per salvare vite umane a tanti cittadini in pericolo.
Di fatto, se oggi possiamo discutere concretamente e nel contesto definire, se solo si accelerassero le procedure burocratiche, in modo da sanare le sperequazioni che ancora fanno penare i 1.043 promossi per merito straordinario, lo si deve anche e soprattutto alla caparbietà ed alla determinazione del SILP CGIL, che durante i lavori del riordino prima e dei correttivi dopo, ha preteso l’inserimento di un articolato specifico che si rifacesse ai promossi per merito straordinario.
Certo la norma inserita non risolveva totalmente le ragioni poste a salvaguardia dei colleghi, ma ci consente oggi di dire avevamo ragione. Infatti, se si leggessero i verbali delle sedute del riordino sicuramente una “maternità” di questo risultato deve essere attribuita in via esclusiva ed in modo unilaterale, alle proposte fatte dal SILP CGIL durante i lavori per il riordino delle carriere, che hanno portato all’inserimento dell’art. 1, commi 2 e 3 della legge 1° dicembre 2018, nr. 132, al D.lgs 29 maggio 2017, n, 95 recante disposizioni in materia di revisione dei ruoli, art.24-quater comma 2 bis, il quale ha previsto per il personale promosso per merito straordinario la seguente possibilità:… resta ferma la facoltà, per il personale che ha conseguito la qualifica di vice sovrintendete per merito straordinario, di presentare istanza di partecipazione alle procedure di cui al comma 1 quando ne consentono l’accesso alla qualifica di vice sovrintendente con una decorrenza più favorevole. L’esito positivo delle procedure di cui al primo periodo rientra nell’ambito delle risorse ad esse destinate. Ai soggetti interessati e assicurata la conseguenza ricostruzione di carriera. Va da sé che se non ci fosse stato questo articolato difficilmente si sarebbe potuto arrivare al pronunciato della Corte Costituzionale, peraltro come riconosciuto anche dalla stessa Amministrazione, durante la “fatidica” riunione tenutasi l’8 aprile 2021.
Illustrissimo Signor Capo della Polizia, fatta questa breve e doverosa premessa, nel merito la sentenza della Corte Costituzionale ha sollevato l’illegittimità costituzionale per la palese violazione degli artt. 3 e 97 della Costituzione, in riferimento all’art. 75, 1° comma, del D.P.R. 335 del 1982, in quanto non prevede l’allineamento della decorrenza giuridica della qualifica di Vice sovrintendente promosso per merito straordinario a quella più favorevole riconosciuta al personale che ha conseguito la stessa qualifica all’esito della selezione o del concorso successivo alla data del verificarsi dei fatti.
In effetti, la sentenza della Corte Costituzionale ci porta ad affermare, senza ombra di dubbio, che i promossi per merito straordinario alla qualifica di Vice sovrintendente si sono visti scavalcati dai colleghi che avevano partecipato ai concorsi per tale qualifica, con addirittura l’attribuzione di una decorrenza giuridica più vantaggiosa a causa delle carenze di organico verificatesi negli anni precedenti, generando di fatto una vera sperequazione nei confronti di coloro che, promossi per merito straordinario risultavano inquadrati nella medesima qualifica di Ufficiali di P.G. già da alcuni anni.
Come Lei ben sa, in data 8 aprile u.s. l’Amministrazione convocò le Organizzazioni Sindacali per definire l’applicabilità degli effetti previsti dalla sentenza della Corte Costituzionale n° 224 del 7 ottobre 2020, riferita proprio ai promossi per merito straordinario.
Nel corso dell’incontro venne delineata, in modo esaustivo, l’applicazione per gli aventi diritto, secondo il principio più favorevole per i colleghi, tenendo conto della data di promozione al grado e retrodatando la decorrenza alle annualità corrispondenti alle vacanze in cui sarebbe maturata la promozione, con la conseguente precedenza nel ruolino. Inoltre l’Amministrazione si impegnava ad inviare una richiesta al Consiglio di Stato per avere la piena disponibilità di agire, sia per quanto riguarda le decorrenze giuridica ed economica ed in più la possibilità di far partecipare i promossi per merito ai concorsi interni per Vice Ispettore, laddove erano stati maturati i requisiti per la superiore qualifica prevista.
Ad oggi, l’unica certezza sta nel fatto che la Commissione per il personale del ruolo dei Sovrintendenti, riunitasi in data 26 marzo 2021, ha riesaminato la posizione giuridica dei 1.043 promossi per merito straordinario, riconoscendo la sperequazione subita.
Intanto c’è da dire che il tempo inizia ad essere tantissimo ed iniziano anche ad arrivare altre sentenze, come quella ultima del Consiglio di Stato nr. 7358/2021, che pur tenendo conto della citata sentenza della Corte Costituzionale nr. 224/2020, non la conclude in modo pienamente soddisfacente per il ricorrente, mentre tutt’ora il personale promosso per merito straordinario continua a non vedersi riconosciuta la sacrosanta e meritata ricostruzione di carriera, fatto che sta generando enorme rammarico negli aventi diritto e, nel contempo, enorme indignazione per noi che abbiamo lottato per arrivare a questo risultato. Tra l’altro c’è anche da dire che, se non ci accelera in fretta, molti di questi colleghi non riusciranno neanche a “godere” appieno del loro sacrificio in quando saranno collocati in quiescenza.
Signor Capo della Polizia, ci rivolgiamo a Lei affinché questa annosa e paradossale vicenda possa trovare piena risoluzione in tempi brevissimi per ridare a questo personale la giusta riconoscenza, ricostruire la loro carriera per aver raggiunto un riconoscimento con tanto sacrificio, dedizione e rischio della vita, sacrificando le proprie famiglie e dando lustro alla nostra gloriosa Istituzione, salvando vite umane ed assicurando alle patrie galere criminali che con violenza inaudita hanno cercato di procurarsi ingiusti profitti. Sicuri che Lei, così come noi, vuole risolvere questa annosa e vicenda, restiamo in attesa di urgenti determinazioni, l’occasione è gradita per inviarLe cordiali saluti.
La lettera: