Rivalutazione pensioni: dal 2019 calcolo più favorevole
Dal 1 gennaio 2019 gli importi previdenziali mensili risulteranno più corposi per la “riscoperta” del meccanismo di adeguamento di essi al costo della vita (rilevazione ISTAT); per cui, all’aumento dell’inflazione (che corrode il potere d’acquisto) corrisponde una lievitazione dell’ammontare della pensione.
Questo meccanismo (bloccato dal 2011 al 2013), fu reintrodotto con la L.147/2013 ed è attualmente ancora in vigore.
Esso prevede un ”ricarico previdenziale” percentuale differente a seconda dell’ammontare percepito (5 scaglioni):
- 100% per una pensione che non superi 3 vlt. l’importo minimo (€.507,42);
- 95% per una pensione tra 3 e 4 vlt. il trattamento minimo;
- 75% per una pensione tra 4 e 5 vlt. il trattamento minimo;
- 50% per una pensione tra 5 e 6 vlt. il trattamento minimo;
- 45% per una pensione superiore a 6 vlt. il minimo.
Con la chiusura della fase transitoria, dal 2019 verranno reintrodotti i preesistenti meccanismi di perequazione previsti dalla L.388/2000, i quali prevedevano 3 scaglioni di rivalutazione:
- 100% per una pensione che non superi 3 vlt. l’importo minimo (€.507,42);
- 90% per una pensione tra 3 e 5 vlt. il trattamento minimo;
- 75% per una pensione superiore a 5 vlt. il minimo.
(Centro Studi UIL Polizia)