Dopo il ricorso vinto dalla Uilpa Polizia Penitenziaria presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio in materia di Visite Fiscali e di fasce orarie di reperibilità, la UIL scrive al Ministro per la Pubblica Amministrazione On. Paolo Zangrillo, affinché sia data compiuta esecuzione alla sentenza!
Il Giudice amministrativo ha affermato che la mancata armonizzazione della disciplina dei controlli medico fiscali tra settore pubblico e privato – esplicitamente dettata dalla normativa di delega di cui all’art. 55 septies, comma 5 bis, D.Lgs. n. 165/2001 – ha fra l’altro determinato una disparità di trattamento del tutto ingiustificata, considerato che un evento come la malattia non può essere trattato diversamente a seconda del rapporto di lavoro intrattenuto dal personale che ne viene colpito.
Secondo il Collegio, ne è quindi derivata, la violazione dell’art. 3 della Costituzione, non essendo rispettato il principio di uguaglianza.
Inoltre, ha sentenziato il TAR, il mantenimento delle differenziate fasce orarie, con una durata complessiva, per il settore pubblico, quasi doppia rispetto a quella del settore privato (7 ore a fronte di 4 nell’arco di una giornata) è indicativo anche di uno sviamento di potere: la stessa motivazione addotta dall’Amministrazione nell’interlocuzione con il Consiglio di Stato (il mancato allineamento delle fasce di reperibilità per il settore pubblico a quelle del privato è dovuto ad una minore incisività della disciplina dei controlli) è una dimostrazione del fatto che si parte dall’idea che per il settore pubblico servano controlli rafforzati. Tali controlli ripetuti, associati ad una restrizione delle ipotesi di esclusione dall’obbligo di rispettarle, sembrano piuttosto diretti a dissuadere dal ricorso al congedo per malattia, in contrasto con la tutela sancita dalla Carta costituzionale con l’art. 32.
Il Giudice adito ha poi precisato che stante l’effetto conformativo riconosciuto alla sentenza, nell’adozione del nuovo decreto non potrà non tenersi conto di quanto affermato nel provvedimento.
La lettera: