In un confronto serrato illustrate al Ministro le nostre istanze
Per iniziare a dare risposte il 26 febbraio verrà aperto un tavolo con il Vice Capo Piantedosi
Nella giornata del 10 febbraio 2015, si è tenuto il preannunciato incontro tra i Sindacati della Polizia di Stato e il Ministro dell’Interno On. Alfano accompagnato dal Vice Ministro Sen. Bubbico, la delegazione ministeriale che era composta da: il Capo della Polizia, il Vice Capo Vicario della Polizia, il Capo di Gabinetto del Ministro e il Direttore dell’Ufficio Rapporti Sindacali del Dipartimento di PS. Le delegazioni Sindacali erano rappresentate dai Segretari Generali delle scriventi sigle. L’incontro, come anticipato, aveva i seguenti temi all’ordine del giorno :
· legge delega per il riordino delle carriere e di un nuovo modello dell’ordinamento del personale della Polizia di Stato che, si interfacci con il nuovo modello di distribuzione degli uffici e relativi carichi di lavoro; attraverso una inderogabile riforma delle carriere di tutti i ruoli e qualifiche, ivi compresa la contrattualizzazione del ruolo unico della dirigenza;
· concorsi interni;
· razionalizzazione dei presidi di polizia;
· protocolli operativi e regole di ingaggio;
· assunzione straordinaria di personale attraverso lo scorrimento delle graduatorie degli idonei, dei concorsi riservati ai VFB tra cui l’ultimo bandito a 650 posti.
Le delegazioni sindacali, composte dai soli Segretari Generali, e la coerente scelta del cartello di affidare l’intervento ad un unico portavoce – per dare la certezza all’interlocutore di trovarsi davanti a un fronte sindacale compatto nella difesa dei diritti dei poliziotti – hanno permesso di esporre con estrema chiarezza e franchezza al Ministro le argomentazioni e le criticità a sostegno degli argomenti all’ordine del giorno dei lavori, illustrando le singole questioni e indicandone le priorità. Il Ministro ha particolarmente apprezzato la scelta del cartello e le modalità con cui sono state rappresentate le istanze dei poliziotti.
Le scriventi OO.SS., pur manifestando l’apprezzamento per la scelta del Dipartimento, come da noi richiesto, relativa allo spostamento del confronto che attiene alla riorganizzazione degli Uffici di Polizia sul territorio, sia stato spostato sul tavolo del “coordinamento”, per un’analisi più accurata e approfondita, anche rispetto alla distribuzione degli uffici delle altre Forze di polizia, in un’ottica di un moderno ed efficiente processo di revisione dell’intero modello della sicurezza, ha rappresentato la necessità, pregiudiziale, di un impegno del Ministro per far approvare contestualmente alla discussione sull’eventuale riorganizzazione dei presidi di Polizia (che non potrà certo mai essere quella prospettata dalla nostra sola Amministrazione), una legge delega per il riordino dell’intero modello della sicurezza in funzione delle esigenze del Paese, del personale presente e di una migliore distribuzione dei presidi sul territorio in funzione della sostenibilità dello stesso rispetto alle finanze pubbliche. Ribadendo, in tale pregiudiziale, la priorità che il riordino riguardi anche l’ordinamento del personale, per il riordino delle carriere di tutti i ruoli e qualifiche, compreso quello della dirigenza e della contestuale contrattualizzazione, perché attraverso la valorizzazione del personale il nuovo modello disegnato possa trovare concreta ed efficace attuazione nell’interesse dell’esigenza di sicurezza del Paese e dei cittadini ma anche del personale che vi opera. A tal proposito il riordino è, altresì, necessario anche per recuperare il disallineamento che si è creato tra gli operatori dei Comparti Sicurezza e Difesa.
Rispetto ai concorsi interni, pur avendo rilevato che, dopo anni, sono finalmente partite le procedure per la selezione per i concorsi interni per V. Ispettore e V. Sovrintendente bloccati da 10 anni, è stato chiesto che si prosegua sulla strada di arruolamenti straordinari, al fine di fare fronte alla grave carenza di organico che si è creata e che aumenterà vertiginosamente nei prossimi anni, anche per effetto degli interventi di modifica al sistema previdenziale, e in funzione dell’innalzamento dell’età media ormai giunta a 49 anni. In tale ottica è stato richiesto con forza il rispetto di quanti previsto dal decreto D’Alia relativamente allo scorrimento delle graduatorie degli idonei non vincitori, come avviene nella P.A., per un periodo di almeno 3 anni. Su questo aspetto, purtroppo e inspiegabilmente, abbiamo registrato la contrarietà del Capo della Polizia, il quale, invece, ha concordato con le scriventi OO.SS. per tutti gli altri punti all’ordine del giorno ed in particolare sull’esigenza di effettuare il Riordino delle Carriere.
Sullo scorrimento delle graduatorie, così come la richiesta di anticipo dei concorsi aperti ai giovani direttamente dalla vita civile senza l’obbligo del passaggio per le forze armate, oggi in base alla normativa possibili solo a partire dal 2016, continuerà la propria azione sulle forze politiche e parlamentari al fine di una risposta positiva ai nostri giovani, come già abbiamo fatto per i precedenti concorsi, e in funzione della quale abbiamo consentito 512 nuove assunzioni proprio attraverso lo scorrimento.
Inoltre, è stata rappresentata la nostra assoluta contrarietà rispetto al tentativo, effettuato con la disposizione della Direzione Centrale degli Affari Generali con la quale si “comanda” agli agenti di PG, per noi in modo del tutto illegittimo, di svolgere il ruolo di ufficiale di PG, nell’ambito della ricezione delle denunce e querele, la propria netta e assoluta contrarietà preannunciando, qualora l’Amministrazione avesse manifestato la volontà di perdurare in siffatto utilizzo, una lettera ai procuratori generali di tutta Italia per avere una interpretazione autentica sulla possibilità di sostituire gli ufficiali di PG con gli appartenenti al ruolo agenti e assistenti che, invece, hanno solo la qualifica di agente di PG. Su tale richiesta il Capo della Polizia dichiarava un’immediata disponibilità all’apertura di un tavolo di confronto tecnico – convocato nel frattempo per il 23 febbraio p.v. – con il Sindacato che, nelle more dei lavori del tavolo, ha chiesto di ritirare e congelare la disposizione emessa sul delicato tema.
Il confronto con il Ministro, pur svolgendosi in un clima dialettico fermo e franco, ma sempre nell’assoluto rispetto del ruolo e delle funzioni di ognuno, si concludeva, attesa la disponibilità del Ministro, con l’invito allo stesso a non dare risposte immediate e definitive, qualora non avesse la certezza di mantenere gli impegni, potendosi riservare una disamina approfondita e le opportune verifiche rispetto alla piattaforma presentata prima di comunicare le proprie decisioni.
Ciò in funzione del fatto che le scriventi OO.SS. ritengono che i poliziotti attendono da troppo tempo alcune risposte, su temi delicati e centrali per l’efficienza e l’efficacia della sicurezza del nostro Paese, e anche perché ritengono ormai superata la stagione delle parole e matura quella dei fatti. In tale ottica il Ministro, pur rimarcando di non aver mai registrato in precedenza la determinata fermezza con la quale il cartello sindacale ha accompagnato le proprie rivendicazioni contenute nel documento presentato, si riservava di fornire una risposta nei tempi più brevi. In quella sede non abbiamo mancato, peraltro, di sottolineare l’inopportunità di continuare a registrare il mancato coinvolgimento del sindacato da parte del Dipartimento rispetto all’informazione su temi delicati che attengono alla vita lavorativa e professionale oltre che dei diritti dei poliziotti. E’ emblematico, per questa censurabile condotta, il caso ultimo della presentazione del pacchetto antiterrorismo; giacché, pur non avendo la presunzione di essere esperti migliori di altri siamo tuttavia convinti che il risultato migliore in materie così delicate che espongono a grave rischio le donne e gli uomini della Polizia di Stato sia quello di procedere con percorsi che siano il più possibile corroborati da tutte le anime che costituiscono la casa comune del Dipartimento della P.S. e del Ministero dell’Interno quale punta avanzata ed eccellenza nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata e per la garanzia della sicurezza dei cittadini e delle istituzioni democratiche.
Cari colleghi, ancora una volta la concretezza delle nostre rivendicazioni e la capacità di fare fronte comune anche attraverso la sintesi pur non risparmiandoci nell’essere fermi nel rivendicare i diritti dei poliziotti, ci ha dato ragione e ha portato i suoi frutti. Proprio oggi il Dipartimento ha comunicato che giovedì 26 febbraio p.v., alle ore 11.30, si terrà una riunione presieduta dal Vice Capo della Polizia, Prefetto Matteo Piantedosi che avrà all’ordine del giorno i seguenti argomenti:
l) Punto sulla situazione del passaggio al Ministero dell’Economia e delle Finanze delle procedure informatiche del personale e dei servizi per il pagamento delle competenze fisse e accessorie del personale della Polizia di Stato;
2) Comunicazioni sull’avvio dei lavori del Tavolo di Coordinamento Interforze sul progetto di razionalizzazione dei presidi territoriali;
3) Comunicazioni in merito alla riapertura dei lavori del Tavolo sul riordino delle carriere.
Il tavolo del 26 febbraio è sicuramente un primo risultato della nostra azione determinata e coesa. Tuttavia l’obiettivo prioritario rimane quello della Legge delega: giacché e solo attraverso lo strumento normativo che si potrà dare attuazione al progetto condiviso che sarà individuato sul tavolo del 26 febbraio. E su questo, pur ribadendo la disponibilità che il Ministro Alfano ha dimostrato, non c’è dubbio che attendiamo il varo della norma per dare il giusto e dovuto riconoscimento al lavoro che lo stesso Ministro riuscirà a portare a termine con il Governo.
l 10 febbraio avevamo scritto:
Al Signor Ministro dell’Interno
On. Angelino Alfano
ROMA
Signor Ministro,
premesso che, abbiamo apprezzato nel recente Documento di Programmazione Economico Finanziaria, che la sicurezza dei cittadini – e quindi dei territori – sia considerata tra le priorità di questo Governo, in quanto, come sempre rivendicato da queste OO.SS., si tratta di un elemento imprescindibile e strategico per mantenere adeguati livelli di legalità necessari allo sviluppo economico del Paese. Oramai è talmente evidente, qualora vi fosse ancora qualche dubbio, che i fenomeni corruttivi sempre più connessi con le infiltrazioni del tessuto economico-politico e sociale della criminalità organizzata non è più circoscritto solo ad alcune aree geografiche del Paese, ma (l’EXPO’ di Milano è un esempio in tal senso), interessa anche territori considerati non tradizionali. Un fenomeno, quello mafioso, che oltre a rallentare lo sviluppo e l’occupazione, scoraggia gli investimenti di capitali stranieri in Italia con un danno economico enorme per il PIL nazionale. Siamo, altresì, ben consci della situazione di difficoltà finanziaria ed economica in cui versiamo, ma ciò non può e non deve giustificare diversità di trattamento tra Comparti e settori dello Stato, aventi “missions” istituzionali altrettanto importanti e nobili, a tratti sovrapponibili è appunto il caso degli operatori del Comparto Sicurezza e quello Difesa. Le polizie ad ordinamento civile hanno peraltro già subito, in nome della spending review, una decurtazione dei permessi sindacali retribuiti ex comma 4 del DPR 164/2002; ciononostante abbiamo rilevato un trattamento differente per il Comparto Difesa, che attraverso il cosiddetto “Strumento Militare” ha ottenuto lo “scivolo d’oro” ai fini della quiescenza e “mini riordini” di carriera per alcuni gradi.
Su questi punti, e a fronte delle nostre legittime istanze rivendicative, Lei si impegnò formalmente, onde evitare azioni di proteste eclatanti che avrebbero aperto una stagione conflittuale, affinché il governo varasse nell’immediato la legge delega per il riordino di tutti i ruoli del comparto sicurezza proprio per tamponare e cercare quindi di recuperare “la fuga in avanti” del Comparto Difesa.
I temi con le maggiori criticità in agenda sono connessi tra loro, infatti previdenza riorganizzazione dei ruoli e della carriere, come Le è noto, sono di fondamentale importanza anche per l’istituzione oltre che per il personale della Polizia di Stato, che da anni attende con pazienza, come le scriventi OO.SS. hanno più volte avuto occasione di sottolineare, una risoluzione positiva che dia adeguate risposte alle legittime e non più rinviabili aspettative. A tale proposito, constatiamo che il Ministero dell’Interno si è finalmente riappropriato del proprio ruolo istituzionale nella individuazione delle strategie e del modello di sicurezza di cui ha bisogno il nostro Paese. Ed apprezziamo anche che, per ciò che attiene alla riorganizzazione degli Uffici di Polizia sul territorio, il confronto sia stato demandato, come da noi richiesto, alle valutazione del “Coordinamento”, in seno al Dipartimento della P.S., per un’analisi più accurata, preliminare e complessiva rispetto a qualsiasi decisione aprioristica di ridimensionamento o chiusura di Uffici. Ciò al fine di scongiurare il rischio che da tale scelta, possano derivare carenze o disservizi ai danni della collettività, come pure sperequazioni nella distribuzione degli uffici e di trattamento del personale tra le forze di Polizia a competenza generale, inoltre su tale tema restiamo in attesa del preannunciato confronto per ciò che attiene, la distribuzione dei presidi delle autorità provinciali di PS, fermo restando che qualsiasi innovazione su tale tema non dovrà intaccare il modello dualistico delle due autorità di PS sui territori.
In questa fase di “spending review” ed in considerazione della preoccupante età media del personale delle forze dell’ordine (49 anni), aggravata dal noto blocco del “turn-over”, chiediamo un’urgente verifica sulle compatibilità finanziarie tra l’attuale “Sistema Sicurezza” e la finanza pubblica, nella speranza di poter trovare risorse utili da investire in questo settore, attese le frequenti criticità che si manifestano sul territorio. Inoltre abbiamo il dovere di informarLa che con nota n. 559/D/005.02/Q/23360 del 31 ottobre 2014 recante per oggetto “Possibilità di ricezione di denunce querele da parte di Agenti di P.G.”, la Direzione Centrale per gli Affari Generali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha inteso dare un indirizzo agli Uffici della Polizia di Stato, circa la validità di tali atti ricevuti anche dagli agenti di polizia giudiziaria, senza ratifica, purché “successivamente trasmessi all’A.G. da un ufficiale di polizia giudiziaria”.
Dal punto di vista delle rivendicazioni sindacali, consideriamo la citata nota un estemporaneo e maldestro tentativo di sopperire alla drammatica carenza di ufficiali di polizia giudiziaria che, a nostro giudizio peraltro già suffragato da Procure della Repubblica territoriali, determina il risultato evidente di generare una violazione in materia di giusta retribuzione in ragione del lavoro svolto (art. 36 Cost.), poiché agenti di polizia giudiziaria, appartenenti al ruolo degli Agenti e Assistenti, in tal modo, assumerebbero compiti, per loro non previsti e per i quali non hanno ricevuto alcuna formazione, per espletare le funzioni attribuite agli ufficiali di polizia giudiziaria. Funzioni, come sinora previsto per legge, spettanti al personale appartenente ai ruoli dei sovrintendenti e superiori. Ciò detto, si puntualizza che le funzioni e attività delegate agli ufficiali di PG, non rientrano nelle “ mansioni esecutive” del personale appartenente al ruolo degli Agenti ed Assistenti espressamente previste dall’art. 5 d.p.r. 335/82 e sue successive modifiche e integrazioni, per cui riteniamo che il signor Capo della Polizia su tale delicatissimo tema debba aprire un confronto con le scriventi OO.SS. considerato i rischi che il personale corre, oltre a mutare tale aspetto l’organizzazione e distribuzione del lavoro negli uffici, materia oggetto di confronto negoziale con il sindacato.
Ciò premesso, prima di porre in essere qualsiasi riorganizzazione degli Uffici di Polizia, al fine di rendere più efficace ed efficiente l’operato delle forze di Polizia, anche attraverso una riorganizzazione della struttura che sia coerente con l’organico disponibile e con le qualifiche esistenti, riteniamo elemento pregiudiziale sul piano politico e sindacale l’accoglimento delle seguenti istanze:
· Una legge delega per il riordino del modello della sicurezza e di tutti i ruoli e qualifiche delle carriere del personale della Polizia di Stato, atteso il disallineamento che si è venuto a creare con quello delle Forze Armate con il succitato “strumento militare” e anche alla luce dei lavori emersi dal “tavolo tecnico” interministeriale istituito presso il Ministero dell’Interno per tale scopo. In tal senso va letta la nostra rivendicazione di bloccare i concorsi per commissari, in quanto i posti disponibili sono attinti dal previsto organico che era stato riservato al ruolo direttivo speciale, necessario quindi l’immediato avvio del riordino con la previsione dell’istituzione di un nuovo ruolo direttivo ordinario. La suddetta richiesta concludeva, infatti, che in assenza di una volontà a procedere al riordino con il varo della Legge delega, era necessario dare l’avvio immediato del ruolo direttivo speciale;
· la creazione di un ruolo unico dirigenziale per i funzionari della Polizia di Stato, specularmente a quanto già avvenuto in tutto il pubblico impiego e la contestuale contrattualizzazione;
· sebbene siano finalmente partite, grazie a quest’ultima gestione dell’Ufficio Dipartimentale preposto, le procedure e selezioni per i concorsi interni per Vice Ispettore e V. Sovrintendente (che hanno maturato un ritardo inaccettabile di 10 anni), oltre all’ultimo per 650 Agenti della Polizia di Stato, si chiede di procedere con urgenza ad un arruolamento straordinario di personale applicando la cosiddetta legge D’Alia, al fine di attingere dalle medesime graduatorie degli idonei per i concorsi già espletati, al fini di tamponare almeno in parte la gravissima carenza di personale dei ruoli iniziali, che sta mettendo a dura prova il funzionamento dell’apparato, anche in relazione all’attuale e concreta minaccia del terrorismo internazionale.
· l’anticipazione per l’assunzione di personale del ruolo agenti assistenti ed ispettori tramite concorso pubblici non riservati ai provenienti dal mondo militare ma dalla vita civile;
· confronto relativo al progetto di nuovi protocolli operativi e nuove regole di ingaggio, quest’ultime necessarie a garantire tutti gli operatori di polizia considerati gli innumerevoli rischi a cui il servizio li espone.
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